Thursday 1 May 2008

Luis Silvio Danuello: rovinato da una vocale

Prima dell'inizio del campionato 1980-81 vennero riaperte le frontiere per permettere alle società italiane di Serie A di acquistare un calciatore straniero, dopo la chiusura decretata a seguito della negativa spedizione azzurra ai Mondiali di calcio del 1966.


La Pistoiese, neopromossa nella massima serie, si affidò ad Edmondo Fabbri (non a caso l'allenatore di quell'Italia che subì l'umiliazione della sconfitta dai Nord Coreani nel campionato del mondo disputatosi in Inghilterra) e rivolse le sue attenzioni al mercato brasiliano con l'obiettivo di acquistare una punta. In occasione di un incontro del campionato di San Paolo, tra Ponte Preta e Comercial, Giuseppe Malvasi, l'allenatore in seconda, inviato a visionare la possibile futura stella, vide all'opera il giovane ventenne Luís Sílvio Danuello e ne rimase impressionato. Nel 1979 il giovane venne eletto calciatore rivelazione in Brasile. Alla Ponte Preta era arrivato in prestito dal Palmeiras.
Velocità, classe, persino fiuto del goal, segnò entrambi i goal della partita vinta 2-0 dalla Ponte Preta, convinsero Malavasi ad acquistarlo per una cifra che si aggirava attorno i 170 milioni delle vecchie lire. L'affare venne concluso con la mediazione del famoso manager, Juan Figer, il quale, come affermano le famose voci di corridoio, avvertì i dirigenti del Ponte Preta dell'arrivo dell' osservatore della Pistoiese e così, la società, fece in modo che la squadra giocasse la partita contro il Comercial, solo per mettere in mostra le doti di Luis Silvio facendolo giocare, per giunta, da punta pura.

Danuello arrivò all'aeroporto di Roma dove incontrò alcuni dirigenti della Pistoiese ed uno di loro gli chiese se era una punta. Il giovane rispose affermativamente, confondendo la parola italiana punta con quella portoghese ponta, che significa ala, dando vita ad un grosso equivoco. Così dopo aver firmato il contratto venne presentato alla tifoseria come l'attaccante capace di portare la Pistoiese all'ambito traguardo della salvezza.
L'esordio però non fu dei migliori, così come le successive 6 partite di campionato. Apparve chiaro ai più che l'acquisto di Danuello fu causato da un clamoroso abbaglio tecnico perché non era arrivato un attaccante bensì un’ala.

Luis Silvio venne così confinato in panchina, poi in tribuna e quindi fuori rosa. Divenne in pratica un corpo misterioso a tal punto che a stagione inoltrata se ne tornò in Brasile senza l'autorizzazione della società. Riapparve l'estate dell'anno successivo essendo ancora sotto contratto. Ovviamente la Pistoiese cercò invano di piazzarlo come pedina di scambio nel mercato interno ed internazionale senza riuscirci. Inevitabile quindi il suo ritorno definitivo in Brasile e la nomea di “bidone” per antonomasia, un marchio che ancora oggi rimane indelebile.

Quella stagione fu fallimentare per tutta la società toscana, la Pistoiese retrocesse in B, Edmondo Fabbri dopo l'ennesimo fallimento diede l'addio al calcio allenato. Ci voleva poco che richiudessero le frontiere per la scarsa competenza dei dirigenti ed allenatori italiani di allora nello scegliere le possibili stelle straniere che potevano illuminare i palcoscenici calcistici nostrani.

Su Danuello fiorirono molte leggende metropolitane, ad esempio che non si trattasse di un calciatore. Ma a discredito di questa notizia c'è un articolo sul settimanale Guerin Sportivo del 1988. Le più fantasiose raccontavano che avesse aperto un bar, che facesse il pizzaiolo, che recitasse in film porno, se non addirittura che vendesse gelati allo stadio di Pistoia.

Un destino beffardo. Per una vocale Danuello perse la dignità calcistica, che ha poi rivendicato in un'intervista del 2007 per la Gazzetta dello sport. E pensare, come ha affermato il giornalista di quell'articolo, che il suo paese natale si chiama Julio Mesquita, in onore di uno dei fondatori del quotidiano O Estado de São Paulo, e che la moglie ha un master in scienza delle comunicazioni.

Gli bastava avere un buon interprete al tempo e probabilmente sarebbe diventato il Garrincha di Pistoia.

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