Paolo
Sollier veniva chiamato "Ho Chi Min" o il "Sinistro di Dio"
dai suoi tifosi. All'inizio fu puro marxismo ideologico poi passò ad una milizia più
concreta di extraparlamentare di sinistra. Universitario, nel 1969 lavorò alla
Fiat Mirafiori e in autunno andò a giocare in serie D con la Cossatese. Faceva
l'operaio ed il calciatore. Il calcio era un altro mondo. Quello che stava
accadendo nella vita di tutti i giorni restava fuori dagli spogliatoi.
Il suo comunismo fu una convinzione maturata ed
accettata consapevolmente nel tempo. Evidenti le stimmate del contestatore
impegnato: barba, baffi e pugno chiuso. Lasciò la fabbrica e passò alla Pro Vercelli per poi arrivare a Perugia.
La città, rossa naturale, rosso il Comune, rossa la Provincia e super-rossa la
Regione. Poi lui, il più rosso di tutti. ll connubio fu dei più felici.
Nell'ultima
partita del girone di andata al Comunale di Torino nel 1976, prima del fischio
d'inizio, si piazzò al centro del campo
e salutò levando alto il pugno sinistro, proprio sotto il naso del suo
ex-padrone Umberto Agnelli. Non cercò il gesto plateale, ma voleva che questo
fosse chiaro a tutti.
Di
lui, l'allenatore Ilario Castagner diceva bene. Senza intenzione, Sollier
diventò la bandiera di quel Perugia. Ma
lui, il «grifone rosso», è sempre rimasto lo stesso di quando giocava nella
Cossatese. A Perugia abitava al pianterreno di una piccola casa, lontana dal
centro storico, con la mania della fotografia.
Lui ha sempre affermato che non si vive di solo calcio.
Poi
lascio' Perugia e militò per tre stagioni nel Rimini di Helenio Herrera nella
Serie cadetta, per poi proseguire la carriera in serie C con Pro Vercelli e
Biellese.
Terminata
la carriera agonistica Sollier collaborò con quotidiani tra cui Il Mattino di
Padova, Tuttosport ed altre riviste. Diventò allenatore e dal 2005 è il
tecnico dell'Osvaldo Soriano Football Club, la Nazionale calcistica degli
scrittori.
La
sua notorietà è accresciuta con l'uscita del libro "Calci e sputi e colpi di
testa", pubblicato nel 1976, completata nel 2008 con articoli dell'epoca, nel
quale il calciatore racconta la propria militanza in Avanguardia Operaia e
descrive il mondo del calcio da un punto di vista nuovo ed alternativo.
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