È noto al pubblico sportivo di tutta Italia come l'indimenticato presidente dell'Ascoli Calcio. Questo per far capire quanto fosse passionale e battagliero il personaggio Costantino Rozzi.
Curiosa la parentesi che portò Oliver Bierhoff ad Ascoli. Rozzi legato ai prodotti tipici della sua terra voleva aiutare la città a farsi conoscere pure all'estero e così, grazie ad una sua intuizione di marketing, si cinse di prendere Bierhoff in prestito dall'Inter non tanto per avvalersi delle prestazioni sportive del ragazzo ma per avere un testimonial a costo zero; per spingere nel mercato tedesco il prodotto per eccellenza di Ascoli: le olive ossia Oliver all'ascolana. Peccato che il tedesco raggiungerà il successo quando vestirà un'altra maglia bianconera, quella dell'Udinese.
Costantino fu una vera icona del calcio dell'epoca, insieme ad altri storici presidenti come Romeo Anconetani, Angelo Massimino e Antonio Sibilia, grazie alla tenace difesa di questo calcio provinciale, unita alle
sue doti di schiettezza, simpatia e verve popolare. Come non ricordarlo, il Patron durante le partite si presentava allo stadio indossando dei
calzettoni color rosso fuoco, un rito scaramantico mai abbandonato.
La scomparsa di Costantino
avvenne il 18 dicembre 1994 e si stima che oltre 20.000 persone resero
omaggio alla salma. Dopo la sua morte per l'Ascoli si susseguirono diversi
presidenti, in un periodo di permanenza in Serie C1 e Serie B, riuscendo solo
dopo 13 anni, per ripescaggio nella stagione 2005-2006, ad avere un posto in
Serie A.
Cavaliere del lavoro dal 1974, Costantino Rozzi ricevette
nel 1989 la laurea honoris causa in sociologia. A Rozzi sono intitolati: la curva sud dello stadio Del Duca, che
tradizionalmente ospita la tifoseria bianconera, un viale, una piazza nei pressi
dello stadio stesso e un palazzetto per lo sport a Villa Pigna, frazione di
Folignano (AP).
Con il suo modo di fare schietto, fece la fortuna di
trasmissioni televisive quali "Il processo di Biscardi", che
registrava il record degli ascolti ogni qualvolta il grande
Costantino era l'ospite.
Oggi fa sorridere sentire alcuni giornalisti, gli stessi che
lo criticavano o lo accusavano di vittimismo, sposare le cause che Costantino
portava avanti contro lo strapotere delle grandi e dei soldi: battaglie contro
i bilanci che non potevano essere veritieri, contro le troppe spese di gestione
che non potevano coprire gli incassi reali e che avrebbero portato il calcio alla rovina.
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