Friday 1 April 2011

Al-Saadi Gheddafi: calciatore a tempo perso

Al-Saadi Gheddafi,  terzogenito del colonello libico, militò in Italia nel Perugia, Udinese e Sampdoria. Diventò il primo calciatore libico a giocare nella massima serie.


Era chiaramente un brocco conclamato, una caricatura di calciatore, pure beccato positivo e squalificato a un controllo antidoping, ma per qualche ragione non lasciò il nostro campionato e nella stagione 2005-2006 venne ingaggiato dall'Udinese.

A Udine si fermò per 9 mesi. Alloggiava al "Là di Moret", un quattro stelle alla periferia nord della città. Punto di ritrovo della gente del calcio che conta. Avventure, lussi e stranezze del Gheddafi "friulano" sono riportate in libri, blog e giornali con numerosi aneddoti.

Le persone al seguito di Gheddafi erano una quindicina di addetti. C'erano autisti, guardie del corpo e due segretari personali, uno con portafoglio e l'altro senza. Tutto costava in media tremila euro al giorno per vitto e alloggio, extra a parte. Gheddafi beveva vino Sassicaia, champagne Cristal o Krug. Una mattina chiese tre chili di caviale beluga. "Comanda" da esaudire entro le tre del pomeriggio. A Udine non c’erano, e non ci sono, grandi scorte di beluga, però un chilo e mezzo lo riuscirono a mettere assieme.

Una domenica Saadi convocò da Milano il direttore amministrativo e due hostess di una nota casa di gioielleria. Voleva regalare un anello a sua sorella Aisha. L'appuntamento era per le 10.30 del mattino, ma i tre vennero ricevuti alle 22.30. Le hostess erano sfinite.

Era violento con i suoi sottoposti. Saadi fu visto prendere a calci un suo faccendiere. Una notte l'autista dell'Hummer  fece una manovra sbagliata, danneggiò il mezzo e passò un brutto quarto d'ora.

Sua moglie era una bellissima donna. In sua presenza le scorte di latte in albergo si esaurivano. La signora Gheddafi faceva il bagno nel latte. 

Nella suite 603 dell'hotel abitava Dina, il dobermann di Al-Saadi col suo istruttore. Dina dormiva sul letto e l'istruttore per terra.  Veniva nutrita con cibo di prima qualità. Riso pilaf, i migliori filetti, carote selezionate. E veniva servita in camera come una regina. La cagna era addestrata a scoprire eventuali esplosivi. Prima di utilizzare una delle sue tante macchine di lusso, Saadi ordinava che la Dina fiutasse l'auto: lei entrava, annusava e dava il via libera. Gheddafi l'amava alla follia. Una volta venne operata per una ciste a Udine. Gheddafi però era a Lignano, al mare. All'una e mezza di notte gli venne nostalgia e chiese che gliela portassero. La Dina, poveretta, era nella 603 ancora sotto effetto dell'anestesia. Andarono a prenderla e la trasportarono a Lignano.

Il suo aereo personale era sempre pronto al decollo sulla pista di Ronchi dei Legionari a Monfalcone. Saadi se ne serviva per le scorribande al Crazy Horse di Parigi. Portava con sé cinque-sei giocatori dell'Udinese di allora. Abbonati a queste scorribande Vincenzo Iaquinta, Stefano Mauri, Christian Obodo e Roberto Baronio all'una di notte erano tutti a vedere gli spogliarelli. Rientravano a mezzogiorno e marcavano visita: stiramenti improvvisi, influenze repentine. Vincenzo in quel periodo rimase indisponibile per più di 2 mesi a causa di un'unghia nera ed iniziarono uscire voci che fosse positivo alla cocaina, poi confermate nel suo periodo torinese.

A Udine con Saadi protagonista, il bunga-bunga fu scoperto con cinque anni di anticipo.

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