Tuesday 1 March 2016

Carlos Henrique "Kaiser" Raposo: Il più grande giocatore..... che non giocò mai a calcio

Sarà una coincidenza ma il suo cognome Raposo in portoghese significa la volpe, il furbo. Il Kaiser, come si è auto soprannominato in onore di Franz Beckenbauer e’ stato il più grande calciatore ... che non abbia mai veramente solcato un campo di calcio ed è riuscito per oltre 20 anni a firmare contratti come calciatore professionista. In Brasile ed oltre Oceano è diventato una leggenda.


L'abilità del Kaiser non era quella nel calciare il pallone ma nel firmare contratti. Era un amico dei più grandi calciatori della sua generazione: Renato Portaluppi (foto a destra), Gaucho Toffoli (foto al centro), Rocha, Bebeto, Romario, Careca, Andrade, Edmundo... Simpatico ed intelligente si faceva voler bene ed alcuni di loro lo portavano sempre con sé, spesso come contropartita tecnica ed economica. Firmava contratti grazie alla buona pubblicità dei suoi amici giocatori e giornalisti compiacenti. Spesso erano i calciatori a convincere i dirigenti a tenerlo. Ha fatto tutto per loro: i giocatori sbagliavano e lui rimediava ai loro errori. C'erano quelli che non potevano firmare un assegno, quelli che dovevano essere coperti con le amanti, quelli che non potevano andare a casa dalle mogli perché ubriachi, quelli che volevano le donne in ritiro. Se lo stipendio non arrivava lui trovava uno sponsor, procurava un prestito ai giocatori, risolveva tutto grazie alla sua educazione e al suo carisma.

In allenamento faceva solo la parte fisica. Quando era necessario lavorare con la palla, improvvisava infortuni e lesioni muscolari. All'epoca non esisteva la tecnologia medica di oggi. E se il dottore del club era sospettoso aveva sempre pronto il certificato medico di un amico dentista. Era uno dei calciatori più famosi del suo periodo anche se non aveva mai giocato.

La sua storia calcistica è proseguita dagli anni '70 a quasi la fine degli anni '90. Ma solo nel 2011 Globo TV ha scoperto la truffa. Il Kaiser non desiderava davvero essere un calciatore, ma voleva i benefici di quella vita dorata, senza allenarsi o giocare. La sua vera passione da ragazzino era studiare, ma sua madre lo costrinse a giocare. Da adulto la sua passione era il sesso, la sua malattia.  A 10 anni era nelle giovanili del Botafogo, guadagnava più denaro di tutta la sua famiglia, ma non vedeva un soldo. Tutto andava alla madre, che, essendo molto ignorante, ha venduto il suo cartellino ad un procuratore senza scrupoli. Era diventato lo schiavo della clausola rescissoria del suo agente. Non sarebbe mai stato in grado di pagarlo per la clausula troppo alta e quindi ha iniziato a passare da una squadra all'altra per dargli la percentuale. Ha firmato contratti brevi e come calciatore guadagnava 10 volte di più rispetto ad oggi come personal trainer.

Dal Botafogo, dove lo cacciarono perché lo avevano trovato fingere di chiamare il procuratore con un cellulare giocattolo durante una contrattazione andò al Flamengo dove rubava le donne al compagno di squadra Renato Portaluppi fingendo di essere lui ... Poi ha vestito la maglia del Puebla in Messico, quella de El Paso negli Stati Uniti, poi quelle del Rio America, Bangu, Vasco de Gama e Gazéléc Ajaccio in Corsica. Non firmò mai un contratto con la Fluminense come tante storie vengono raccontate su di lui, ma all'epoca andò in giro regalando magliette della squadra spacciandosi come uno dei calciatori titolari. 

Tra gli aneddoti più famosi come non ricordare quando era al Bangu. Una volta i dirigenti l'avevano costretto a scendere in campo ed il Kaiser non sapeva cosa fare questa volta per non giocare. Durante il riscaldamento, un gruppo di tifosi lo avevano insultato per i capelli lunghi e così scavalcò la recinzione e scatenò una rissa: fu espulso ancor prima di entrare. Il furioso presidente arrivò negli spogliatoi ma prima che potesse esplodere, Raposo gli disse che Dio gli aveva dato due padri: il primo l’aveva perso, il secondo era il Presidente stesso. Quando aveva sentito i supporter che insultavano il nome del Presidente, non capii’ più niente, ribadendo  che tra una settimana se ne sarebbe andato e di non preoccuparsi. Il presidente lo abbracciò e gli  prolungò il contratto di altri 6 mesi.
Un'altra volta rischiò grosso ingannando il più grande gestore di scommesse illegali in Brasile, Castor de Andrade, che fu poi arrestato e condannato. 


In Francia, ad Ajaccio, ha intrattenuto rapporti con la malavita corsa. Il giorno della presentazione avevo paura che lo vedessero giocare, così si era avvolto nella bandiera della Corsica, ha regalato alla moglie del Presidente un mazzo di fiori e ha lanciato tutte i palloni sugli spalti per non doversi allenare. Se li era ingraziati tutti ed era diventato il loro idolo. In 12 anni ad Ajaccio, ha giocato un massimo di 10 partite e mai come titolare. In realtà ha vissuto tra il Brasile e la Corsica. Quando era a Gazélec il Vicenza si interessò a lui, ma sfortunatamente per noi calciofili non se ne fece nulla.

Le squadre che lo hanno assunto hanno festeggiato due volte quando e’ arrivato e quando se ne e’ andato. Parole di Kaiser!

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