Sarà una coincidenza ma il suo cognome Raposo
in portoghese significa la volpe, il furbo. Il Kaiser, come si è auto
soprannominato in onore di Franz Beckenbauer e’ stato il più grande calciatore
... che non abbia mai veramente solcato un campo di calcio ed è riuscito per
oltre 20 anni a firmare contratti come calciatore professionista. In Brasile ed
oltre Oceano è diventato una leggenda.
L'abilità del Kaiser non era quella nel calciare il pallone ma nel firmare contratti. Era
un amico dei più grandi calciatori della sua generazione: Renato Portaluppi (foto a destra), Gaucho
Toffoli (foto al centro), Rocha, Bebeto, Romario, Careca, Andrade, Edmundo... Simpatico ed intelligente si faceva voler bene ed alcuni di
loro lo portavano sempre con sé, spesso come contropartita tecnica ed economica.
Firmava contratti grazie alla buona pubblicità dei suoi amici giocatori e
giornalisti compiacenti. Spesso erano i calciatori a convincere i dirigenti a
tenerlo. Ha fatto tutto per loro: i giocatori sbagliavano e lui rimediava ai loro errori.
C'erano quelli che non potevano firmare un assegno, quelli che dovevano essere coperti con le amanti, quelli che non potevano andare a casa dalle mogli perché
ubriachi, quelli che volevano le donne in ritiro. Se lo stipendio non arrivava
lui trovava uno sponsor, procurava un prestito ai giocatori, risolveva tutto
grazie alla sua educazione e al suo carisma.
In allenamento faceva solo la parte fisica. Quando
era necessario lavorare con la palla, improvvisava infortuni e lesioni muscolari.
All'epoca non esisteva la tecnologia medica di oggi. E se il dottore del club era
sospettoso aveva sempre pronto il certificato medico di un
amico dentista. Era uno dei calciatori più famosi del suo periodo anche se non aveva
mai giocato.
La sua storia calcistica è proseguita dagli anni '70 a quasi
la fine degli anni '90. Ma solo nel 2011 Globo TV ha scoperto la truffa. Il
Kaiser non desiderava davvero essere un calciatore, ma voleva i benefici di quella vita dorata, senza
allenarsi o giocare. La sua vera passione da ragazzino era studiare, ma sua madre lo
costrinse a giocare. Da adulto la sua passione era il sesso, la sua malattia. A 10 anni era nelle
giovanili del Botafogo, guadagnava più denaro di tutta la sua famiglia, ma non
vedeva un soldo. Tutto andava alla madre, che, essendo molto ignorante, ha
venduto il suo cartellino ad un procuratore senza scrupoli. Era diventato lo schiavo della
clausola rescissoria del suo agente. Non sarebbe mai stato in grado di pagarlo
per la clausula troppo alta e quindi ha iniziato a passare da una squadra
all'altra per dargli la percentuale. Ha firmato contratti brevi e come
calciatore guadagnava 10 volte di più rispetto ad oggi come personal trainer.
Dal Botafogo, dove lo cacciarono perché lo avevano
trovato fingere di chiamare il procuratore con un cellulare giocattolo durante una contrattazione andò al Flamengo dove rubava le donne
al compagno di squadra Renato Portaluppi fingendo di essere lui ... Poi ha
vestito la maglia del Puebla in Messico, quella de El Paso negli Stati Uniti, poi
quelle del Rio America, Bangu, Vasco de Gama e Gazéléc Ajaccio in Corsica. Non firmò mai un contratto con la Fluminense come tante storie vengono raccontate su di lui, ma all'epoca andò in giro regalando magliette della squadra spacciandosi come uno dei calciatori titolari.
Tra
gli aneddoti più famosi come non ricordare quando era al Bangu. Una volta i dirigenti l'avevano costretto a scendere in campo ed il Kaiser non sapeva cosa fare questa volta per non giocare. Durante il riscaldamento, un gruppo di tifosi lo avevano insultato
per i capelli lunghi e così scavalcò la recinzione e scatenò una rissa: fu espulso ancor prima di
entrare. Il furioso presidente arrivò negli spogliatoi ma prima che potesse
esplodere, Raposo gli disse che Dio gli aveva dato due padri: il primo l’aveva perso,
il secondo era il Presidente stesso. Quando aveva sentito i supporter che insultavano il nome del Presidente, non capii’ più niente, ribadendo che tra una settimana se ne
sarebbe andato e di non preoccuparsi. Il presidente lo abbracciò e gli prolungò il contratto di altri 6 mesi.
Un'altra volta rischiò grosso ingannando il più
grande gestore di scommesse illegali in Brasile, Castor de Andrade, che fu poi
arrestato e condannato.
In Francia, ad Ajaccio, ha intrattenuto rapporti con la malavita
corsa. Il giorno della presentazione avevo paura che lo
vedessero giocare, così si era avvolto nella bandiera della Corsica, ha
regalato alla moglie del Presidente un mazzo di fiori e ha lanciato tutte i palloni
sugli spalti per non doversi allenare. Se li era ingraziati tutti ed era diventato il
loro idolo. In 12 anni ad Ajaccio, ha giocato un massimo di 10 partite e mai
come titolare. In realtà ha vissuto tra il Brasile e la Corsica. Quando era a
Gazélec il Vicenza si interessò a lui, ma sfortunatamente per noi calciofili
non se ne fece nulla.
Le squadre che lo hanno assunto hanno festeggiato
due volte quando e’ arrivato e quando se ne e’ andato. Parole di Kaiser!
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