Quando fu ingaggiato
dall'Avellino per la stagione 1987-88, l'allenatore Luis Vinicio "O'Lione" dichiarò: «Si
tratta di un attaccante molto mobile, dotato di grande tecnica e vasta
esperienza internazionale. Farà sicuramente bene» e La “Gazzetta dello Sport”
intitolò l'articolo: «Scende dall’Olimpo il cannoniere dell’Avellino» ma il virtuoso Nikolaos Anastopulos
tutto era tranne che un Dio greco del calcio.
Il nuovo acquisto, venne
soprannominato il “Virdis del Partenone” per la sua vaga somiglianza estetica
con il noto baffuto centravanti sardo, però la porta non la vedeva come l'attaccante
italiano. Eppure l'attaccante greco,
secondo ellenico nella storia della serie A dopo Alfredo Rangona, poche partite
col Bari negli anni '40, arrivava ad Avellino con credenziali di tutto
rispetto.
Prelevato dall'Olympiacos Pireo, dopo aver vinto Campionati e Coppe nazionali ed essersi aggiudicato per quattro anni la classifica marcatori dove segnava regolarmente in doppia cifra.
Un attaccante molto tecnico ed abilissimo in elevazione nonostante un fisico non certo imponente, il cui curriculum giustificava i 500 milioni di vecchie lire spese dalla società irpina. Era così popolare in patria che la tv greca si accordò con la Rai per trasmettere tutte le partite dei "Lupi". Sembrava l'inizio di una bella favola che si trasformò in tragedia greca con il campo che smentì le buone aspettative; Nikos in avvio di stagione fu vittima di uno stiramento e quando rientrò non lasciò certo tracce indelebili del suo passaggio, offrendo prestazioni allucinanti riassunte dalle imbarazzanti cifre che seguono: 16 presenze e zero gol. Un pianto greco.
Il mister Bersellini che sostituì Vinicio lo fece accomodare in panchina, ma non riuscì ad evitare la retrocessione in Serie B del club irpino chiudendo il campionato al
penultimo posto in classifica. Fu rispedito alla “Magna Grecia”.
Anastopoulos per il trauma subito dall'esperienza italiana perse definitivamente la vena del goleador anche se continuò a giocare ancora per qualche anno in patria.
C'è una leggenda metropolitana secondo cui fece ritorno ad Atene dall’Italia in pedalò.
C'è una leggenda metropolitana secondo cui fece ritorno ad Atene dall’Italia in pedalò.
Fu un calciatore fondamentale per
la sua Nazionale, con 72 presenze e 29 gol risulta ancora oggi il miglior
cannoniere nella storia della Grecia.
Della serie: se Eupremio Carruezzo andava in Grecia qualche gol in più forse lo segnava anche lui.
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