Lo Chiamavano
Dustin Hoffman per la sua somiglianza con l'attore americano. Una classe
innata, un vero talento in fatto di estro e di fantasia. Un campione che basava
il suo gioco sullo stile e l'intelligenza.
Cresciuto nel Monza, Antonelli venne acquistato dal Milan che lo dirottò subito in provincia per farlo maturare, poiché in squadra era chiuso da Gianni Rivera. Tornato in rossonero due anni dopo, il maestro Nils Liedholm lo fece giocare al fianco di Albertino Bigon e di Stefano Chiodi e diede il suo contributo al raggiungimento dello storico scudetto della stella, stagione 1978-79 con 21 presenze e 5 gol. Seguì la squadra rossonera in Serie B a causa della vicenda del calcioscommesse e la riportò subito nella massima serie risultando tra i protagonisti della promozione con i suoi 15 gol e conquistando il titolo di capocannoniere della serie cadetta. Non altrettanto positiva si rivelò la stagione 1981-1982 che vide la seconda retrocessione del Milan, declassamento che stavolta non lo coinvolse vista la sua cessione al Genoa dove disputò due stagioni.
Nel 1984-1985 passò alla Roma; la stagione nella squadra capitolina si rivelò per lui fallimentare, a causa di un infortunio al menisco: scese in campo in 5 occasioni segnando un gol nel derby capitolino terminato 1-1. Chiusa l'esperienza giallorossa, scese in Serie B per concludere la carriera nel Monza.
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