Eneas De Camargo appartiene alla
prima ondata di stranieri sconosciuti al grande pubblico calcistico che
arrivarono in Italia alla riapertura delle frontiere nel 1980. Lo acquistò il
Bologna dalla squadra brasiliana della Portuguesa, ove era considerato uno dei
giocatori più rappresentativi, avendo vinto un titolo Paulista nel 1983,
realizzando dal 1971 al 1980, 179 gol in 376 partite e vincendo in un anno la
classifica marcatori con 46 reti.
Attaccante più votato alla rifinitura che
alla finalizzazione, aveva le sue qualità migliori nella proprietà di
palleggio, l’abilità nel dribbling e la capacità di creare varchi per i
compagni di reparto con i suoi movimenti offensivi lungo tutto il fronte
d’attacco. Questo era l’Eneas ammirato in Brasile, molto diverso però da quello
intravisto in Emilia.
Era la seconda punta da schierare
al fianco di Salvatore Garritano e dopo un buon inizio di stagione, ebbe
difficoltà di adattamento al rigido clima italiano dell'inverno al punto da
essere costretto a scendere in campo con guanti, calzamaglia di lana flanella e
berretto. Nella partita natalizia di Coppa Italia contro il Novara indossò una
tuta completa da Babbo Natale, suscitando simpatie ma anche facili ilarità.
Questi accorgimenti non bastarono tuttavia ad evitargli un infortunio che lo
costrinse a saltare una dozzina di partite accentuando ulteriormente il suo
disagio, già fortemente evidenziato dalla scarsa vita sociale che conduceva a
Bologna e dai problemi familiari con la moglie sofferente anche lei della nostalgia del Brasile. Svanita rapidamente l’illusione di avere scoperto un nuovo Pelé, il
pubblico del Dall’Ara adottò il brasiliano come una sorta di mascotte. Infatti,
nonostante fosse tatticamente indisciplinato e alternasse giocate sublimi a
sciocchezze abnormi, il pubblico si affezionò a lui. Come quella volta che in
un Bologna-Torino, semifinale di andata di Coppa Italia, sradicò il pallone dai
piedi di un compagno che si trovava solo davanti al portiere avversario,
arrivando da dietro come un falco. Fu un gesto poco sportivo ma dopo venne il
peggio: Eneas inciampò sulla palla facendola rotolare lentamente oltre la linea
di fondo, tra le risate dell’intero stadio.
Giocò in tutto 17 partite,
segnando 3 gol e sbagliandone parecchi cosi la dirigenza rossoblù non lo
confermò per la stagione successiva e venne ceduto all'Udinese nello scambio
con il tedesco Herbert Neumann . L'esperienza in Friuli fu di breve durata,
infatti venne ceduto prima dell'inizio della stagione 1981-1982 al Palmeiras
per totale incompatibilità con l’ambiente oltre che con il clima italiano. In
Brasile continuò a giochicchiare per poi appendere le scarpe al chiodo e per
intraprendere un’attività nel settore del marketing e delle pubbliche
relazioni.
Tutto questo finché la tragica sera del 22 Agosto del 1988 la sua auto finì
contro un camion; morirà pochi mesi dopo, per i traumi riportanti in seguito a quell’incidente. Quando a Bologna fu tenuto un minuto
di raccoglimento alla sua memoria, in molti si asciugarono
una lacrima. Perché i bolognesi, nonostante tutto, gli volevano molto bene ed
ancora oggi si ricordano la miracolosa vittoria in trasferta al Comunale di
Torino contro la Juventus dove Eneas offrì un’ottima prestazione.
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