Era considerato il ragazzo prodigio del calcio italiano, particolarmente veloce, dotato di una buona tecnica di tiro, esordì nella Nazionale maggiore di Gipo Viani il 9 novembre 1958 in un'amichevole a Parigi contro la Francia, reduce dal brillante terzo posto ai Mondiali svedesi del 1958 svoltosi il precedente giugno. La partita terminò 2-2 e Bruno segnò una doppietta diventando, a 18 anni e 258 giorni, il più giovane goleador della storia della Nazionale azzurra, record ancora imbattuto.
In
Nazionale disputò 8 incontri segnando i soli 2 gol all'esordio. Alla sua
penultima apparizione in azzurro, nell'amichevole del 25 aprile 1961, vinta 3-2
a Bologna contro l'Irlanda del Nord, gli fu affidata per la prima ed unica
volta la fascia di capitano. All'età di 21 anni e 61 giorni, divenne così il
più giovane capitano della Nazionale, record che tuttora detiene.
Salito alla
ribalta troppo giovane, bruciò le tappe e, lasciata la Juventus nel 1963, non
riuscì più ad esprimere appieno le proprie potenzialità. Influì negativamente
sulla sua crescita, e dunque, sul prosieguo della carriera, lo spostamento di
ruolo, all'ala destra, essendo il centro occupato da John Charles e Omar
Sivori e in Nazionale, nei primi anni sessanta, da Altafini e
prim'ancora da Brighetti e la fascia destra da Mora.
Vestì le
maglie di Mantova e Roma; nel 1964 coi giallorossi vinse la sua terza
Coppa Italia, segnando il gol decisivo nella finale contro il Torino. Dopo
una breve esperienza a Genova con i blucerchiati chiuse la carriera con
l'Alessandria in serie B, nella stagione 1966-67. Si ritirò a soli 27 anni,
alle prese con problemi muscolari e di sovrappeso. Forse da buon veneto gli
piacevano troppo i piatti di pasta e fasioi.
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