"El Tigre" gli fu attribuito per i suoi occhi chiari, che evocavano la ferocia e la determinazione di una tigre in
campo, capace di segnare in qualsiasi situazione.
"O Rei do Futebol" (Il Re del Calcio) fu un titolo che sottolineava la sua
supremazia e il ruolo fondamentale che ebbe nella creazione di un nuovo stile
di gioco. Sebbene in seguito Pelé divenne noto come "O Rei", molti
continuarono a considerare Friedenreich come il vero e originale "O Rei"
del calcio.
Il 29 maggio 1919, la notte in cui il Brasile conquistò l’Americanino, l’odierna
Coppa America, le strade di Rio de Janeiro esplosero in una celebrazione che
segnava un cambiamento profondo e una liberazione collettiva. Per la prima
volta, il Brasile aveva dominato un intero continente con uno stile
inconfondibile, abbandonando le rigide regole del calcio britannico. Era nato
il futebol brasileiro, un calcio che danzava e incantava, con Friedenreich come
suo eroe.
Nato nel 1892 a São Paulo, da padre tedesco e madre afro-brasiliana,
Friedenreich incarnava un Brasile multietnico e complesso. In un'epoca in cui
il calcio era riservato alle élite bianche, lui, con la pelle scura e le radici
miste, sfidava le barriere sociali e razziali. Giocava con una grazia senza
precedenti, unendo tecnica, creatività e velocità in un modo che nessun europeo
aveva immaginato.
Ma non era solo il suo stile a impressionare; erano i numeri che lo consacravano. Con 1.239 gol, Friedenreich non solo guidò il Brasile alla gloria continentale, ma segnò una svolta nella storia del calcio mondiale. Ogni gol rappresentava un passo verso un calcio più libero, creativo e brasiliano. Il suo gioco, influenzato dalle tradizioni culturali locali, divenne il modello per generazioni future dei calciatori verdeoro.
Friedenreich superò gli ostacoli imposti dal razzismo e dalle divisioni
sociali, trasformando il calcio in uno strumento di inclusione che univa le
diverse classi sociali e le etnie del Brasile. La sua popolarità e il suo
successo prepararono il terreno per un calcio conosciuto e ammirato in tutto il
mondo per la sua bellezza e il suo spirito.
In definitiva, Friedenreich non segnò solo la nascita di uno stile di gioco, ma creò una cultura calcistica che esalta l'inclusività, la creatività e il talento individuale. I suoi 1.239 gol non sono solo numeri, ma i segni di una rivoluzione che trasformò il calcio in Brasile e lo rese un fenomeno globale, capace di unire un'intera nazione sotto la bandiera del jogo bonito.
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