Tuesday 1 December 2020

Zlatan Ibrahimovic: Ibracadabra

Ibra ha vinto tanto, ovunque abbia giocato. Una carriera straordinaria, tra goal e record, dimostrando di essere sicuramente un campione. Personaggio sopra le righe, irascibile, a volte scorretto, in grado di passare dalla Juventus all’Inter e poi al Milan in pochi anni. Un bad boy insomma, come lui stesso ama definirsi. Sono noti il suo infinito ego e la sua esuberanza, per raccontarlo, Ibracadabra, uno dei tanti soprannomi che gli sono stati affibbiati, abbiamo voluto riportare i suoi aforismi più memorabili che hanno segnato la sua carriera pallonara.

 

  •  "Io sono Zlatan. Voi chi diavolo siete?"
  •  "Io sono il più grande dopo Alì"
  •  "Chi compra Zlatan, compra una Ferrari"
  •  "La mia esperienza a Barcellona? È come comprarsi una Ferrari e guidarla come una Fiat"
  • "Non sono un tipico ragazzo svedese, ma ho messo la Svezia sulle cartine mondiali"
  • "Sono come il vino, più invecchio e più divento buono"
  •  "Ciao @Twitter. Per domani Zlatan ha bisogno di oltre 140 caratteri. Per favore, cambia le regole per Zlatan"
  • "Sono andato a sinistra e lui è venuto a marcarmi a sinistra, sono andato a destra e lo ha fatto anche lui. Poi sono andato ancora a sinistra e lui è andato a prendersi un hot dog"
  •  "Non sono violento, ma se fossi in Guardiola avrei paura"
  • Ad Ancelotti: "Credi in Gesù Cristo?". "Sì", rispose Carletto. "Allora credi in me, e rilassati"
  •  "Onyewu era una specie di armadio, sembrava un pugile da pesi massimi. Ma non mi ha battuto"
  • "Los Angeles, welcome to Zlatan"
  •  "Quello che Carew fa con un pallone, io posso farlo con un'arancia"
  •  “Ovunque vada, la gente mi riconosce, mi chiama per nome, fanno il tifo per me. Ma ci sono dei nomi che nessuno si prende cura di ricordare, dei nomi per cui nessuno fa il tifo: sono quelli degli 805 milioni di persone che, oggi, soffrono la fame nel mondo. Ho tifosi che mi sostengono in tutto il mondo. D'ora in avanti, vorrei che questo sostegno andasse alle persone che soffrono la fame, perché sono loro i veri campioni.”
  •  Alla domanda su chi vincerà gli spareggi per la Coppa del Mondo: "Solo Dio lo sa", replica alla quale il giornalista ironizza ("È un po' difficile chiedere a lui"). E Zlatan: "E perché? È qui davanti a te, adesso"
  • "Oggi è il compleanno di mia moglie. Quale regalo le ho fatto? Niente, ha già Zlatan no?"
  • "Sono andato in Inghilterra in sedia a rotelle, ma l’ho conquistata in tre mesi"
  • “Sono il settimo giocatore più forte del mondo. Forse tra dodici anni sarò il sesto.”
  • "Non posso che compiacermi di quanto sono perfetto"
  • "Io non ho bisogno dei media, sono i media che hanno bisogno di Zlatan"
  • A Stambouli: "Benji, cosa stanno dicendo? Io non sono il Re. Io sono Dio!"

  • “Io non accetto di perdere, non lo accetto proprio. L'ho imparato dalla vita. Per me contano la grinta e l'aggressivita, la determinazione e la concentrazione sui propri obiettivi. Io ho la missione di vincere.”
  • "Non ho bisogno del Pallone d'Oro per sentirmi il migliore"
  • "Uno Zlatan infortunato è un bel problema per qualunque squadra"
  • "Stiamo cercando un appartamento. Se non dovessimo trovare niente, probabilmente comprerò l'albergo"
  • “Senza ombra di dubbio è il Milan il club più grande in cui abbia mai giocato. Nel mondo tutti lo conoscono, ha una storia incredibilmente vincente. Si respirava un'aria di grandezza assoluta e la percepivi da tutti quei campioni di fama internazionale che affollavano il campo d'allenamento, qualcosa di veramente geniale.”
  • "Se avessi praticato professionalmente il taekwondo, avrei vinto l’oro alle Olimpiadi"
  • “Qui mi vogliono bene? Certo, ma non credo che possano rimpiazzare la Tour Eiffel con una mia statua... Nemmeno i dirigenti ce la possono fare. Ma se ce la facessero rimarrei qui, promesso.”
  • "Mi chiedi cosa sono questi graffi in faccia? Non lo so, dovresti chiederlo a tua moglie"
  • "C’è qualcosa tra me e Piqué? Vieni a casa mia e portami tua sorella"
  • “Zidane è di un altro pianeta. Quando lui entrava in campo gli altri dieci giocatori miglioravano improvvisamente. Semplicemente così.”
  • “Ho vinto 23 titoli, ho sempre dato il massimo per vincere quanto possibile. Certo, sarebbe bello vincere la Champions, ma se finissi la carriera senza sarei comunque felice e fiero di quanto fatto.”
  • “Un Mondiale senza di me è poca cosa, non c'è davvero nulla da guardare e non vale nemmeno la pena aspettarlo con ansia.”
  • "Se sono più slavo o svedese? Sono Zlatan"
  •  Wenger mi propose di andare a Londra per allenarmi con la squadra [l'Arsenal, n.d.r] e fargli vedere di cosa ero capace. Non ci potevo credere. La mia reazione è stata "Assolutamente no, Zlatan non fa provini". E così scelsi di andare all'Ajax.
  • “Voi parlate, io gioco.”
  •  "Il mio ruolo? Non saprei. Ne ho undici"
  •    “Calciamo via il coronavirus e vinciamo questa partita. E ricorda: se il virus non va da Zlatan, Zlatan va dal virus.”

Thursday 1 October 2020

Forest Green Rovers: Green di nome e di fatto

Forest Green Rovers, football club fondato nel 1889 a Nailsworrth, milita nella League Two inglese ed è considerato il club più verde del mondo, non solo per i colori di maglia ma soprattutto per le sue politiche ecosostenibili.



Proprietari del club sono Dale Vince, un hippie, titolare della compagnia Ecotricity e il calciatore dell’Arsenal Héctor Bellerín. Quest’ultimo è diventato partner da settembre 2020. Dale Vince, invece, diventò proprietario nel 2010 e sotto la sua gestione, la società iniziò la sua trasformazione divenendo, nel 2015, il primo football club vegano nel mondo, servendo pietanze vegane non solo ai suoi atleti, collaboratori e dipendenti ma anche ai suoi tifosi all’interno del suo stadio.
 
Tra le diverse iniziative ecosostenibili ricordiamo la costruzione dei pannelli solari per l’illuminazione dello stadio, l’erba del campo innaffiata con acqua piovana e tagliata con robot alimentato a energia solare. Nel 2019 viene presentata la nuova maglia che al 50% è composta da bambù. Soluzione che tutela la natura, con riduzione dell’utilizzo della plastica.
 
Ed in conclusione il progetto più importante ed impegnativo: la costruzione del nuovo stadio, interamente ecosostenibile, con lo scopo di ridurre i danni collaterali all’ambiente. Il progetto del nuovo impianto sportivo è stato oggetto di un concorso internazionale tra diversi candidati, vinto dallo studio di Zaha Hadidi scomparsa nel marzo del 2016. I Forest Green Rovers hanno richiesto una visione olistica del sito di costruzione, in modo da conservare intatte tutte le sue qualità bucoliche, con l’aggiunta di nuove strutture per la città. Lo stadio sarà il fulcro di questo nuovo progetto, che mira a costruire uno spazio pubblico capace di contribuire alla vita della città sia attraverso i suoi usi ricreativi che mediante altri utilizzi professionali – non solo, dunque, durante i giorni delle partite, bensì in ogni giorno dell’anno.


Sarà l’unico stadio al mondo in legno, ad emissioni zero. L’impianto verrà realizzato a Stroud, 15 minuti da Nailsworth e costruirà l’epicentro di un grande eco parco di oltre 400 mila quadrati di verde. Il modello da cui prenderà spunto idealmente è quello dell‘Allianz Riviera di Nizza, impianto ecocompatibile inaugurato nel 2013. 


Ma laddove l’architetto Jean-Michel Wilmott per lo stadio francese aveva puntato tutto sulle tecnologie green e su materiali riciclabili, quelli di Zaha Hadidi Architects vogliono fare ancora di più. Idealmente, ogni singola parte dello stadio sarà essere realizzata per quanto possibile con del legno, dalla struttura portante fino al rivestimento esterno. Per diminuire al massimo l’impatto visivo dello stadio, la copertura del tetto sarà realizzata con una membrana trasparente: oltre ad ingentilire la struttura, questo accorgimento minimizzerà la presenza di ombre fastidiose sul campo da gioco.

Lo stadio dei Forest Green Rovers verrà costruito in due fasi: alla conclusione del primo step, i posti a sedere saranno 5.000, per arrivare poi a 10.000 a struttura ultimata. A completare l’intera opera ci saranno poi, oltre allo stadio, altri impianti sportivi, un parco tecnologico green dedicato al business, degli uffici, alcuni ristoranti, una riserva naturale ed un efficiente servizio di trasporto pubblico. Complessivamente, l’intero progetto dovrebbe costare circa 100 milioni di sterline. Come si chiamerà? Eco Park Stadium, of course!
 

Saturday 1 August 2020

Le storiche maglie del calcio nostrano

Atalanta Bergamasca Calcio

Nel 1920 vengono adottati i colori nero, dalla maglia bianco-nera dell’Atalanta ed azzurro dalla maglia biancoblù della Bergamasca.


Società Sportiva Calcio Bari

L’originario Foot-Ball Club Bari portava la maglia rossa e pantaloncini bianchi e giocava contro i marinai inglesi al San Lorenzo, nel quartiere di San Pasquale.


Bologna Football Club 1909

Nel 1909, il capitano Arrigo Gradi andava agli allenamenti con la maglia a scacchi rossoblù del collegio svizzero di Rossbach: diventeranno i colori della squadra.


Brescia Calcio

La famosa "V" bianca sulla maglia si deve agli anni '40, quando fu introdotta per utilizzare i campi della Voluntas. In seguito fu riproposta e mantenuta come simbolo portafortuna.


Cagliari Calcio

Il color rosso e blù sono i colori della città e della provincia e sono pure riportati nei gonfaloni.


ACF Fiorentina

Dal bianco e rosso, colori della città di Firenze, per un lavaggio sbagliato nell’Arno, si arrivò al viola, che piacque subito ai tifosi e non venne mai più cambiato.


Genoa Cricket and Football Club

Il simbolo è un antico animale mitologico, il Grifone, un incrocio tra aquila e leone ed è il protettore della città di Genova e dei sui cittadini.


Football Club Internazionale Milano

Nerazzurri dal 1908 al 1928, quando l’Ambrosiana adotta il biancorosso crociato, colori di Milano, che poi sarà la maglia dell’anno del Centenario, il 2008.


Juventus Football Club

La maglia originale era rosa. L’inglese Savage aveva un amico di Nottingham tifoso del Derby County, maglia bianconera, e fornì le nuove, definitive, amate divise.


Società Sportiva Lazio

Il bianco ed il celeste furono scelti in omaggio allo stemma della nazionale Greca, patria delle Olimpiadi, al cui spirito i fondatori si erano rifatti. 


Associazione Calcio Milan

I colori del club furono scelti per rappresentare il fuoco dei diavoli milanisti, il rosso, e la paura degli avversari verso di loro, il nero.


Società Sportiva Calcio Napoli

Azzurri come lo stemma della citta di Napoli. Il primo simbolo fu il cavallo. Ma alla prima stagione arrivò ultimo. I tifosi sostituirono il cavallo con l’asino.


Parma Calcio 1913

Il Parma nacque grazie a Giuseppe Verdi ed a una sua celebrazione del 1913: il Verdi Football Club indossava una maglia bianca con una croce nera sul petto.


Palermo Football Club

Solo nel 1907 arrivano il rosa ed il nero, prima c’erano il rosso ed il blù. Il rosolio e l’amaro erano prodotti da Joseph Whitaker, con l’usanza da bere uno o l’altro dopo una vittoria ed una sconfitta.


Pordenone Calcio

I Ramarri scelsero il neroverde per il legame storico ed affettivo con Venezia. L’appellativo “Ramarri del Noncello” fu utilizzato per la prima volta nel 1962 da Gino Marchi, “Il Maestro”, prima penna sportiva della redazione pordenonese de “Il Gazzettino”.


Associazione Sportiva Roma

Il simbolo della squadra è la Lupa capitolina; la divisa con i colori del gonfalone cittadino, e rosso pompeiano bordata di giallo-arancio giallo-oro.


Unione Calcio Sampdoria

La fusione della Sampierdarenese e dell’Andrea Doria, portò alla particolare colorazione rossonero della prima con il biancoblù della seconda.


Torino Football Club

La prima divisa di gioco del Torino fu una casacca a righe verticali arancio e nere che si rifaceva a quelle usate dalle due società "progenitrici" del club, il Torinese e l'Internazionale Torino. Tale abbinamento non venne ritenuto appropriato essendo simile a quello degli Asburgo, nemici storici dei Savoia. Si optò per il granata. 


Udinese Calcio

I colori sono il bianco ed il nero quelli dello stemma della città di Udine, che appare come simbolo del club.

Thursday 1 November 2018

Ivan "Ivica" Surjak: la porta di casa stregata

Correva la calda estate del 1982 e l’Udinese Calcio si coccolava il suo capitano Franco Causio fresco Campione del Mondo con l'Italia. Il Presidente Lamberto Mazza, con l’allora General Manager Francesco Dal Cin, lavoravano per trasformare una società di provincia che lottava per la salvezza in una squadra più blasonata.

Ingaggiarono dal Paris Saint Germain, Ivan "Ivica" Surjak, jugoslavo, mezzapunta estrosa, 191 cm di potenza, specialista nei calci piazzati. Con il club francese fece 33 presenze ed 11 reti.

Surjak in quella stagione collezionò un numero imprecisato di legni colpiti durante le partite casalinghe. Le porte di casa sembravano stregate. Oramai a stagione inoltrata, Enzo Ferrari, allenatore dei bianconeri, insospettito, chiese ad un suo assistente di verificare le dimensioni di quelle porte. Il responso fu tragicomico,  le porte erano basse di quasi 5 centimetri. Senza comunicarlo a nessuno con il rischio di essere penalizzati, misero le porte a norma. L’Udinese arrivò sesto in campionato, collezionando 6 vittorie, 20 pareggi e 4 sconfitte. Dal canto suo, Ivan terminò la stagione vestendo la casacca bianonera 29 volte e segnando 2 goal, uno solo su punizione.

La stagione seguente si accasò in Spagna ed a Udine arrivò Arthur Antunes Coimbra in arte Zico, il quale grazie alle porte regolamentari si confermò specialista delle punizioni, surclassando il suo sfortunato predecessore.

Monday 1 January 2018

Gossip sul mondo pallonaro vol.5

Il mondo del calcio e' come una soap opera, con i calciatori che si rubano le mogli o le fidanzate e qualcun'altro che ha preferito la moglie del fratello. Sotto una scorpacciata di tradimenti e ménage à trois più eclatanti nel mondo pallonaro. 
Sylvain Wiltord - Fred (2007)
Durante l’ultima stagione di Sylvain Wiltord con l'Olympique Lione, verso la metà del campionato uscì uno scandalo che mise in crisi lo spogliatoio: l’attaccante brasiliano Fred, aveva subito un tradimento amoroso da parte della sua partner con il suo compagno di reparto, a tal punto che la squadra ne risentì per qualche settimana rischiando di far perdere il primato in classifica. La problematica fu risolta a fine stagione: Wiltord lasciò il club andando al Rennes mentre Fred confermò il proprio ruolo al centro dell’attacco, vincendo campionati, coppa e supercoppa di Francia. 

John Terry - Wayne Bridge (2010)
John Terry e Wayne Bridge ex compagni nel Chelsea ed ex migliori amici, una sera erano usciti a cena con le rispettive mogli per passare del tempo insieme e divertirsi all’ombra di birre e gin e tonic. Poco tempo dopo, John messaggiò alla moglie di Wayne chiedendole di uscire con una scusa. Il capitano del Chelsea fu così convincente che non ci uscì solamente ma se la portò pure a letto diverse volte. John Terry pagò 400.000 sterline per comprare il silenzio della sua amante, Vanessa Perroncel. Durante il flirt, sarebbe rimasta incinta e avrebbe deciso, su pressioni di Terry, di interrompere la gravidanza. Ovviamente, lo scandalo fu scoperto, Wayne divorziò mentre Terry rimase assieme con la moglie cornuta. John per questo fatto perse non solo la fascia di capitano della nazionale inglese passata al braccio del nemico acerrimo Rio Ferdinand ma anche contratti milionari con gli sponsor.   

Ryan Giggs (2011)
Peggio ando a Ryan Giggs, uno dei più forti giocatori del mondo. La vita della ex stella del Manchester United andò a pezzi, quando i tabloid rivelarono che da 8 anni aveva una relazione segreta con la cognata Natasha Lever, moglie di suo fratello Rhodri: sua moglie Stacey Giggs, madre dei suoi due figli, lo lasciò nel 2017 e durante le fasi del divorzio (costato circa 45 milioni di sterline) sono emerse altre scappatelle extraconiugali come quella con la modella Imogen Thomas.

Thibaut Courtois - Kevin De Bruyne (2012)
Nel 2012 la fidanzata del centrocampista del Manchester City andò a Madrid in vacanza, dove ebbe l’occasione di passare del tempo con il portiere del Real Madrid Thibaut Courtois (ai tempi all’Atletico). L'ex ragazza di De Bruyne andò a casa di Thibaut, con cui ci andò a letto. Ammise che ricevette più attenzioni da Courtois in una sera che da Kevin in 3 anni. Quelle attenzioni la fecero crollare, tanto che pensò: ma se De Bruyne mi ha già tradita in passato, perché non fare lo stesso? Beh, da quel momento, Courtois e De Bruyne sono rimasti amici ridendosela mentre la ragazza non ha più parlato con nessuno dei due. 

Wanda Nara - Icardi (2016)

Maxi Lopez, ex marito di Wanda fece lo sbaglio nel 2016 di invitare il suo ex migliore amico Mauro Icardi, in vacanza con la sua famiglia. Giochi di sguardi e Icardi fu catturato dalla da Wanda, la quale dopo essere stata ripetutamente tradita dal marito, una volta tornata casa, diede un bel calcio a Maxi Lopez, il quale non accettando lo sgarro dall'amico gli tolse la parola e Maurito per ripicca si fece tatuare sul braccio le facce dei figli avuti da Maxi con Wanda. Una storia d'amore così intricata che precluse a Mauro la convocazione in nazionale albiceleste per molto tempo e l'ostracismo di diversi colleghi tra cui Messi ed il Pibe de Oro Diego Armando Maradona. 

Thursday 1 December 2016

Dario Dubois: il calciatore mascherato

Dario Dubois era una figura popolare nel calcio argentino negli anni '90 famoso perché prima di ogni partita, si dipingeva una maschera sul viso come rituale di un antico guerriero pronto ad andare in guerra ad uccidere i propri avversari. E quando era fuori dal campo suonava in gruppi rock causando polemiche.


Dubois era un tipo dai capelli lunghi e riccioluti,  un difensore centrale, arcigno che partecipava alle partite con il viso truccato in bianco e nero nei campionati argentini delle serie minori. Lo fece per un decennio ed in un'occasione chiese all'arbitro di usare il suo specchio in quanto lo spogliatoio degli ospiti ne era privo. Si rese conto che la vernice usata aveva una triplice funzione: lo faceva più coraggioso, rendeva gli avversari paurosi e si guadagnava maggiore riconoscimento in campo nazionale. Si definiva come un pagliaccio pronto a morire per la maglia che indossava. Nel tempo libero suonava in tre band musicali un mix di rock latino-americano e pop rock britannico.

Dubois era un personaggio tutto di un pezzo. Prima di una partita fu approcciato dal direttore sportivo degli avversari e gli offrì un bonus in contanti se avesse venduto la partita. Dubois non esitò a sputarli in faccia, chiamandolo topo bastardo mangia erba!
Un'altra occasione quando uno sponsor del club non pago' il bonus per la vittoria promesso, coprì il logo dello sponsor con il fango prima dell'inizio della partita. In un'altra occasione ancora prese un'espulsione con un secondo giallo inesistente agli occhi degli spettatori e mentre l'arbitro stava estraendo il secondo giallo caddero dalla tasca 500 pesos. Dubois prese i soldi li sventolò in faccia al direttore di gara dicendogli che quelli erano il suo premio in denaro per l'ingiusta espulsione. Corse verso gli spogliatoi e fu inseguito dallo stesso arbitro, dai giocatori avversari e dallo staff tecnico. Alla fine restituì i soldi per timore che la squalifica fosse maggiorata per il suo comportamento.

Non amava il calcio ma il suo impegno per la carriera calcistica fu ammirevole. Non gli piaceva giocare ma lo faceva per la competitività e perché si poteva allenare e tenendosi in forma. Non mangiava carne rossa, non si drogava e non beveva alcolici. I pochi soldi che guadagnava copriva i suoi debiti, vivendo in una situazione economica disastrosa. E quando non giocava o suonava vendeva incenso e vestiti hippy alle bancarelle dei mercatini.

Il trucco nel suo viso lo rese veramente famoso non solo a livello regionale ma anche a livello nazionale ed ora anche internazionale. Ma ebbe un forte ostracismo all'interno del club da parte del presidente e della dirigenza. Nell'estate del 1999 penso' di andarsene in Portogallo, decisione derivata dal fatto che giocatori di fama internazionale come Mario Jardel e Ljubinko Drulovic entrambi a Porto si erano dipinti il viso prima dell'ultima partita di campionato contro l'Estrela Amadora senza subire pressioni dal proprio club. La sua squadra gli prolungò il contratto fino al 2002. 

L'AFA decise di limitare Dubois e le sue pitture sul viso ritenute dannose per l'immagine della quarta divisione argentina ed inoltre potevano rendere difficile per gli arbitri identificare il giocatore. Dubois, accetto' a malincuore il giudizio dell'AFA.

Nel marzo 2002, durante una partita contro Liniers, Dubois si scontrò con un avversario e fu messo a terra inconsciente. Fu portato d'urgenza in ospedale con ferite alla testa, emorragia nell'orecchio destro e convulsioni. Dopo aver lasciato l'ospedale una settimana dopo, si lamentò con l'AFA definendola un gruppo di topi per non averlo aiutato nel momento del bisogno avendo rischiato la vita in campo.

Non fu saggio parlare male della federazione. Due anni dopo, mentre suonava, si infortunò ad un legamento crociato e sebbene il problema potesse essere risolto con un intervento chirurgico di routine, non potendo permetterselo chiese assistenza all'AFA, ma la stessa si rifiutò dopo gli insulti ricevuti dal ragazzo. La sua carriera terminò precocemente.

Nel 1999 gli fu chiesto se avesse piani per il suo ritiro dal mondo del calcio. Rispose che gli piaceva il golf ma al momento era un musicista e calciatore. Se in futuro avesse dovuto lavorare dopo il ritiro avrebbe fatto la prostituta omosessuale. Alla fine non ne ebbe bisogno: continuò a suonare e ha lavorare al banco di missaggio di un bar e di una sala da concerto a Isidro Casanova, un sobborgo di Buenos Aires.

Nel Marzo 2008 Dubois stava tornando a casa in bicicletta dal lavoro con la sua ragazza quando subì un'imboscata dai ladri, che presero la sua bicicletta, il suo zaino e il suo cellulare e gli spararono alle gambe e allo stomaco. Morì due settimane dopo, a 37 anni. 

È ricordato per le storie stravaganti che hanno illuminato la sua carriera calcistica e da musicista e per la tragedia della sua morte prematura. Un personaggio singolare che non poteva mancare nelle nostre storie pallonare.

Tuesday 1 March 2016

Carlos Henrique "Kaiser" Raposo: Il più grande giocatore..... che non giocò mai a calcio

Sarà una coincidenza ma il suo cognome Raposo in portoghese significa la volpe, il furbo. Il Kaiser, come si è auto soprannominato in onore di Franz Beckenbauer e’ stato il più grande calciatore ... che non abbia mai veramente solcato un campo di calcio ed è riuscito per oltre 20 anni a firmare contratti come calciatore professionista. In Brasile ed oltre Oceano è diventato una leggenda.


L'abilità del Kaiser non era quella nel calciare il pallone ma nel firmare contratti. Era un amico dei più grandi calciatori della sua generazione: Renato Portaluppi (foto a destra), Gaucho Toffoli (foto al centro), Rocha, Bebeto, Romario, Careca, Andrade, Edmundo... Simpatico ed intelligente si faceva voler bene ed alcuni di loro lo portavano sempre con sé, spesso come contropartita tecnica ed economica. Firmava contratti grazie alla buona pubblicità dei suoi amici giocatori e giornalisti compiacenti. Spesso erano i calciatori a convincere i dirigenti a tenerlo. Ha fatto tutto per loro: i giocatori sbagliavano e lui rimediava ai loro errori. C'erano quelli che non potevano firmare un assegno, quelli che dovevano essere coperti con le amanti, quelli che non potevano andare a casa dalle mogli perché ubriachi, quelli che volevano le donne in ritiro. Se lo stipendio non arrivava lui trovava uno sponsor, procurava un prestito ai giocatori, risolveva tutto grazie alla sua educazione e al suo carisma.

In allenamento faceva solo la parte fisica. Quando era necessario lavorare con la palla, improvvisava infortuni e lesioni muscolari. All'epoca non esisteva la tecnologia medica di oggi. E se il dottore del club era sospettoso aveva sempre pronto il certificato medico di un amico dentista. Era uno dei calciatori più famosi del suo periodo anche se non aveva mai giocato.

La sua storia calcistica è proseguita dagli anni '70 a quasi la fine degli anni '90. Ma solo nel 2011 Globo TV ha scoperto la truffa. Il Kaiser non desiderava davvero essere un calciatore, ma voleva i benefici di quella vita dorata, senza allenarsi o giocare. La sua vera passione da ragazzino era studiare, ma sua madre lo costrinse a giocare. Da adulto la sua passione era il sesso, la sua malattia.  A 10 anni era nelle giovanili del Botafogo, guadagnava più denaro di tutta la sua famiglia, ma non vedeva un soldo. Tutto andava alla madre, che, essendo molto ignorante, ha venduto il suo cartellino ad un procuratore senza scrupoli. Era diventato lo schiavo della clausola rescissoria del suo agente. Non sarebbe mai stato in grado di pagarlo per la clausula troppo alta e quindi ha iniziato a passare da una squadra all'altra per dargli la percentuale. Ha firmato contratti brevi e come calciatore guadagnava 10 volte di più rispetto ad oggi come personal trainer.

Dal Botafogo, dove lo cacciarono perché lo avevano trovato fingere di chiamare il procuratore con un cellulare giocattolo durante una contrattazione andò al Flamengo dove rubava le donne al compagno di squadra Renato Portaluppi fingendo di essere lui ... Poi ha vestito la maglia del Puebla in Messico, quella de El Paso negli Stati Uniti, poi quelle del Rio America, Bangu, Vasco de Gama e Gazéléc Ajaccio in Corsica. Non firmò mai un contratto con la Fluminense come tante storie vengono raccontate su di lui, ma all'epoca andò in giro regalando magliette della squadra spacciandosi come uno dei calciatori titolari. 

Tra gli aneddoti più famosi come non ricordare quando era al Bangu. Una volta i dirigenti l'avevano costretto a scendere in campo ed il Kaiser non sapeva cosa fare questa volta per non giocare. Durante il riscaldamento, un gruppo di tifosi lo avevano insultato per i capelli lunghi e così scavalcò la recinzione e scatenò una rissa: fu espulso ancor prima di entrare. Il furioso presidente arrivò negli spogliatoi ma prima che potesse esplodere, Raposo gli disse che Dio gli aveva dato due padri: il primo l’aveva perso, il secondo era il Presidente stesso. Quando aveva sentito i supporter che insultavano il nome del Presidente, non capii’ più niente, ribadendo  che tra una settimana se ne sarebbe andato e di non preoccuparsi. Il presidente lo abbracciò e gli  prolungò il contratto di altri 6 mesi.
Un'altra volta rischiò grosso ingannando il più grande gestore di scommesse illegali in Brasile, Castor de Andrade, che fu poi arrestato e condannato. 


In Francia, ad Ajaccio, ha intrattenuto rapporti con la malavita corsa. Il giorno della presentazione avevo paura che lo vedessero giocare, così si era avvolto nella bandiera della Corsica, ha regalato alla moglie del Presidente un mazzo di fiori e ha lanciato tutte i palloni sugli spalti per non doversi allenare. Se li era ingraziati tutti ed era diventato il loro idolo. In 12 anni ad Ajaccio, ha giocato un massimo di 10 partite e mai come titolare. In realtà ha vissuto tra il Brasile e la Corsica. Quando era a Gazélec il Vicenza si interessò a lui, ma sfortunatamente per noi calciofili non se ne fece nulla.

Le squadre che lo hanno assunto hanno festeggiato due volte quando e’ arrivato e quando se ne e’ andato. Parole di Kaiser!